Se dall’autunno alla primavera è più difficile scalare i colli o pedalare in alta valle, perché le temperature sono più basse o per la presenza di neve, a Casa Bart inizia la stagione del gravel.
Casa Bart, posizionata all’intersezione di 3 valli (Maira, Varaita e Grana) e affacciata sulla piana saluzzese, si apre ad innumerevoli percorsi gravel di diverse difficoltà e distanze, con la possibilità di affrontare itinerari anche di più giorni lontano dal traffico. Strade di campagna o percorsi collinari caratterizzano il territorio che circonda Casa Bart: pedalare qui è allenante e sicuramente più godibile in una giornata tiepida di autunno o di inizio primavera.

E dove possiamo andare? Possiamo raggiungere l’Abbazia di Staffarda passando per Saluzzo percorrendo la Via della Pietra. Percorrere la collina tra Busca e Costigliole Saluzzo. Salire a Valmala per una polenta a Pian Pietro o percorrere la Strada dei Cannoni e scendere a Sant’ Anna di Roccabruna. Seguire i fiumi Gesso e Stura in un anello che ci porta ai confini della Langa e ritorno.
E comunque, oltre ai percorsi gravel, nei dintorni di Casa Bart ci sono anche molti percorsi su strada che consentono di affrontare salite con dislivello impegnativo, senza superare mai i 1000 – 1300 m di quota.
IL GRAVEL DELLA VIA DELLA PIETRA

La Via della Pietra è un lungo itinerario che, tra strade bianche di campagna e una greenway (ex ferrovia Bricherasio Barge) collega Bricherasio, nel pinerolese, con Saluzzo.
Da Casa Bart è possibile intercettarla percorrendo la rete quasi infinita di strade secondarie che, da Villar San Costanzo, attraverso i frutteti di Verzuolo e i vigneti di Costigliole, portano a Saluzzo.
Il percorso
L’attraversamento di Saluzzo merita, all’andata o al ritorno, una salita al centro storico, di chiare origini medievali. Dopo aver affrontato una salita dura, seppur breve, in parte su acciottolato e con punte al 15%, si viene ripagati da una vista spettacolare sulla pianura della Provincia Granda (che se è chiamata così, un perché ci sarà).
Si procede in direzione Revello, sotto lo sguardo onnipresente del Monviso, montagna simbolo delle valli cuneesi. Già sulla Via della Pietra, dobbiamo purtroppo prevedere circa 500 m di SP Saluzzo-Revello, inevitabile per attraversare il Po, guadabile solo quando il greto è asciutto.

Si percorrono una decina di chilometri fiancheggiando frutteti e operose cascine ed ecco apparire sullo sfondo il complesso abbaziale di Staffarda. Nell’ultimo tratto si pedala fiancheggiando un bel lembo di bosco planiziale, testimone delle antiche foreste che coprivano la Pianura Padana.
Fermiamoci all’Abbazia, simbolo dell’operosità dei monaci cistercensi, la cui opera bonificatrice risalente all’XI secolo diede vita a questa che fu, al tempo stesso, abbazia e azienda agricola.
Due curiosità: l’Abbazia è uno dei siti italiani di maggior rilevanza conservazionistica per la presenza di una colonia di femmine di pipistrello (circa 1.200 esemplari) ed è anche abitata da una colonia di gatti che circolano liberi nel chiostro e in tutte le aree esterne.

GRAVELLATA LUNGO I FIUMI ATTORNO A CUNEO
E se ci scappa la voglia di pedalare 2 giorni?
Un classicone, facile e molto piacevole è tutto l’anello del Parco Fluviale Gesso e Stura, che, con i suoi 5.500 ettari di territorio, tra la montagna e la pianura, è una vera e propria “rete verde” che si estende fino ai confini con le Langhe.
Partendo da Casa Bart, si raggiunge Cuneo dopo poco più di 20 km di strade secondarie asfaltate e strade bianche. La prima parte del tragitto si svolge tutto su strada sterrata tra il fiume Stura e i suoi canali quattrocenteschi, caratterizzati da una rigogliosa vegetazione ripariale e da alcune aree golenali. Sul tracciato è presente la centrale idroelettrica “Fernando Olivero”, che vanta 100 anni di storia.

Dopo circa una decina di Km si sale verso Roccasparvera e Gaiola, dove sulle facciate delle case del centro storico sono state raffigurate le costellazioni, realizzate dalle classi del Liceo Artistico di Cuneo, per richiamare l’attenzione sul problema del l’inquinamento luminoso.
Oasi naturalistiche e prodotti locali
Da Gaiola, alternando le sponde dello Stura e del Gesso, puntiamo verso Borgo San Dalmazzo e quindi su Cuneo, per ripartire di qui verso Fossano. Questo è il tratto più interessante dal punto di vista naturalistico: dopo il passaggio al lago artificiale Tetti Lupo, dove è facile vedere il Germano Reale, si arriva al Bosco di Sant’Anselmo, riserva naturale, e infine all’Oasi Naturalistica La Madonnina, oasi della LIPU.
Tra strade secondarie asfaltate e sterrate della campagna fossanese si arriva a Cervere, famosa per il porro, e quindi a Cherasco, città di storia, cultura e arte, famosa per le lumache e per il Mercato dell’Antiquariato. Siamo ai piedi delle Langhe, dove il Tanaro, raccogliendo le acque dello Stura, delimita la pianura agricola dalle colline e dai vigneti.

Il ritorno verso Fossano si percorre su una bella pista gravel di quasi 15 Km, con il fiume sempre alla nostra destra. Fossano si trova al centro della cosiddetta Provincia Ganda, già considerata il granaio dei Savoia. Dalla cima della torre panoramica del Castello dei Principi d’Acaja, lo sguardo corre dai campi coltivati, fino ai profili delle montagne, alle sorgenti del Po e al Re di Pietra, il Monviso.
E sotto lo sguardo onnipresente del Re di Pietra, su strade secondarie della campagna fossanese, facciamo ritorno a Villar San Costanzo.
Totale: 170 km, che si dividono idealmente a metà nel primo passaggio a Fossano.