di Paolo Ciaberta
Quando mi hanno proposto di raccontare il territorio del Pinerolese non potevo che esserne felice. È una zona del Piemonte che conosco bene perché, essendo vicina a Torino dove vivo, è sempre risultata una perfetta via di fuga dalla città per sane gite in bicicletta di uno o più giorni.
Il territorio, nel cuore delle Alpi Cozie, sorprende per rilevanza storica e impatto naturalistico e, secondo me, un territorio mai abbastanza riconosciuto per tutto ciò che sa regalare ai visitatori. Ad evidenziarne l’importanza, si possono contare ben tre parchi naturali tutti di grande impatto, il Parco Val Troncea, il Parco Orsiera Rocciavrè e una parte del Gran Bosco di Salbertrand.
UpSlowTour e gli anelli da percorre in bici
Per promuovere un turismo slow e consapevole, attento all’ambiente, l’Unione Montana del Pinerolese ha sviluppato il progetto UpSlowTour. Si tratta di 15 anelli che rappresentano le svariate proposte di percorsi per ogni tipologia di bici, dall’ebike alla gravel, passando per itinerari certificati accessibili per le handbike, a cura dell’associazione B-free. Sul portale è possibile trovare anche altri percorsi nella zona e tutte le aziende che noleggiano bici, le strutture ricettive e ciò che serve per organizzare le escursioni in bici senza pensieri.
Uno degli anelli UpSlowTour è quello dedicato al territorio dei Valdesi – che qui trovarono rifugio dalla persecuzione cattolica – ovvero l’Anello della Val Angrogna che, in 35 km ripercorre molti dei luoghi della tradizione valdese. Ad esempio, nella borgata Ciabàs sorge uno dei templi più antichi della valle risalente al 1555. Mentre ad un centinaio di metri dalla frazione Oddino si trova una caverna dove si pensa che i valdesi del posto svolgessero i loro culti per evitare la persecuzione cattolica. La cavità, collocata in una zona boscosa è accessibile dall’esterno tramite una angusta spaccatura tra masse rocciose affioranti nel folto della vegetazione.
Pinerolo
Pinerolo è un luogo dove storia e natura si incontrano allo sbocco di belle valli alpine come la Val Pellice e la Val Chisone. Si trova a circa 40 km dal centro di Torino ed è facilmente raggiungibile. Anche in bici! Infatti si può partire da Porta Susa e arrivare a Pinerolo lungo un percorso prevalentemente pianeggiante.
Pinerolo è collegata al capoluogo Torino dall’autostrada A55, dalla Provinciale SP23 del colle del Sestriere e dalla SP 589 dei Laghi di Avigliana, quest’ultima permette anche un interessante percorso panoramico della zona. Per chi preferisce non entrare in centro con l’auto è possibile lasciarla nel parcheggio della stazione Olimpica e prendere la navetta. Inoltre è servita dalla linea ferroviaria Torino-Pinerolo, con due fermate all’attivo, Pinerolo e Pinerolo Olimpica. Oppure si possono scegliere i bus della rete ferroviaria italiana, che partono dalla stazione Lingotto a Torino o la linea ‘Arriva‘ dalle principali stazioni del capoluogo.
Le dimensioni del centro storico di Pinerolo permettono di visitarla a piedi o in bicicletta. Ci si prenda il tempo di soffermarsi sui punti più interessanti come quello che fu l’arsenale della città fortificata, ossia l’attuale Palazzo del Comune, la piazza del Duomo con la sua imponente facciata e i begli affreschi interni. Sono numerosi poi gli edifici medievali e la quattrocentesca Casa del Senato, ancora oggi casa privata che spesso viene anche aperta al pubblico. Chi vuole approfondire aspetti culturali e storici può approfittare dei numerosi musei come il Museo Storico dell’Arma di Cavalleria ed i vari Musei Civici.
La grande piazza Vittorio Veneto ospita ogni mercoledì e sabato un importante mercato dove, girovagando tra i banchi, si possono trovare tutti i prodotti locali e del territorio – ortaggi, frutta, gastronomia.
I prodotti enogastronomici del Pinerolese
Sono molte le specialità gastronomiche offerte dal territorio, tutte preparate utilizzando i prodotti tipici dell’arco alpino. Piatti semplici della tradizione, gustosi e genuini, frutto di ciò che la natura offre nelle valli. La vicina Francia inoltre, ha favorito contaminazioni con la cucina transalpina, dando origine a piatti raffinati, che da sempre caratterizzano la cucina piemontese. Che si scelga un agriturismo o un ristorante, un rifugio o una trattoria la qualità del cibo è sempre messa al primo posto proprio perché si sa che ormai la scoperta di un territorio passa anche per la gola. Ma vediamo i prodotti.
I formaggi d’alpeggio
La Val Pellice ha ben 10 alpeggi autorizzati a fare formaggio. Per una gita gustosa e gratificante, in sella a una MTB è possibile raggiungerne alcuni.
Tra i prodotti principali della zona segnaliamo il formaggio delle Terre del Dahu, prodotto da latte crudo in forme dalla caratteristica forma inclinata, su cui un Dahu, un animale ritenuto leggendario, ma che esiste – una sorta di stambecco – starebbe in perfetto equilibrio. Questa forma fornisce al formaggio non solo un aspetto estetico unico, ma fa sì che la stagionatura agisca in modo differenziato e permetta di assaporare diverse sfumature di gusto a seconda della dimensione della porzione che si sta degustando.
Il Tomino del Talucco è invece un formaggio a latte vaccino e caprino o in purezza di latte di capra. Il suo sapore è molto caratteristico, armonico e delicato è legato alle varietà stagionali della flora e risulta più intenso e fragrante con la stagionatura.
Il Seirass del Fen, sotto il presidio Slow Food, è una ricotta d’alpeggio stagionata prodotta tra i 600 e 2200 metri. La tradizione di avvolgere la ricotta nel fieno nasceva dall’esigenza di proteggere le forme tondeggianti del Seirass nel loro trasporto dagli alpeggi a valle, tuttora è rimasta una caratteristica distintiva del prodotto che le conferisce un leggerissimo aroma di erba.
Presidi Slow Food, piatti tipici e dolci
La Mustardela delle valli Valdesi è un salume povero (un sanguinaccio) a forma di salsicciotto di colore quasi violaceo, il suo sapore è speziato e la sua consistenza pastosa e morbida. Si mangia lessa, accompagnata dalle patate o dalla polenta.
La Calhëtta è un piatto antico della cucina della Val Germanasca e Chisone e come tutti i prodotti popolari varia nella sua ricetta da famiglia a famiglia. È da sempre preparato con ingredienti poveri: patate, cipolle e lardo, oltre che con burro e salvia. Le calhëtte possono essere condite con sugo di selvaggina, funghi o erbe. Il nome deriva dalla forma che si dà agli gnocchi, che ricorda il fuso che veniva utilizzato per filare la lana.
Il dolce tipico di Pinerolo è la Torta Zurigo, la cui base è una cialda di frolla al cacao, la farcitura è un tripudio di crema chantilly con all’interno torrone e cioccolato. Il tutto viene ricoperto da scagliette di cioccolato amaro e rifinita con le ciliegine conservate sotto alcool e ricoperte di glassa. La decorazione finale è un invitante disco di cioccolato bianco con impresso l’esclusivo logo che certifica l’originalità del prodotto.
Il panettone basso del pasticcere Pietro Ferrua e sua moglie Regina ha oltre cent’anni. La coppia nel 1922 infatti infornò per la prima volta questo dolce piemontese ricoprendolo con una delicata glassa alle nocciole. Questo accadeva nella bottega in via del Duomo. Poco dopo nacque lo storico marchio Galup che diffuse questo dolce prima in tutto il Piemonte, e poi in tutta Italia. Ancora oggi, a Pinerolo nel periodo natalizio, si sente il profumo del panettone che riempie l’aria della città.
I vini
Non mancano i vini territoriali. Già nel 1200 venivano prodotti il Nebbiolo e il pregiato Doux d’Henry, chiamato così in onore del Re di Francia Enrico IV che lo apprezzò molto durante una sua visita nella zona.
Sotto la denominazione rosso pinerolese si trovano inoltre i vini Barbera, Bonarda, Freisa, e Ramìe. Quest’ultimo può essere prodotto esclusivamente con uve provenienti da vigneti situati nel territorio comunale di Pomaretto e di Perosa Argentina.
I percorsi in bici e le attrazioni da vedere
Come anticipato, nell’area del Pinerolese c’è una vasta rete di percorsi ciclabili che va incontro alle più disparate esigenze dei ciclisti. Si può scegliere tra pianura, collina e montagna con centinaia di chilometri di tracciati.
La pianura è adatta a tutti, la collina a chi si vuole confrontare con salite non troppo impegnative. In montagna invece ci sono percorsi per i più esperti. Per ognuna di queste possibilità è possibile affidarsi a guide cicloturistiche riconosciute dalla Regione Piemonte che sapranno rendere la giornata piacevole e spensierata, oltre a fornire anche preziose informazioni sul territorio che si attraversa. È possibile richiedere dei tour personalizzati su tutto il Pinerolese scrivendo alla mail [email protected]
Con una gita di 3 km si raggiunge il Castello di Miradolo dove si può godere di una meravigliosa vista sul Monviso. La Fondazione Cosso, che gestisce il castello, organizza mostre, concerti, visite guidate tematiche, laboratori, approfondimenti e attività per ogni fascia d’età, tutto l’anno, nelle quattro stagioni.
Piscina Arte Aperta è un museo diffuso di arte contemporanea che si snoda tra le piazze e vie del paese di Piscina, a 9 km da Pinerolo. Il progetto nasce per iniziativa del pittore locale Antonio Panino che aveva l’intento di rappresentare in modo esaustivo le anime della scena artistica piemontese di fine millennio.
Pedalando 10 km si raggiunge il bioparco Zoom, uno zoo progettato seguendo la filosofia che da alcuni anni regola la realizzazione di nuovi parchi faunistici. Zoom offre un’esperienza immersiva a diretto contatto con gli animali, che non vivono in gabbie ma in contesti ispirati ai loro habitat naturali.
Pinerolo e il Giro d’Italia
La città di Pinerolo è legata indissolubilmente alla storia del ciclismo sportivo, poiché è stata più volte sede di partenza e di arrivo delle tappe del Giro d’Italia. La prima volta risale addirittura alla prima edizione nel 1909, quando i corridori l’attraversarono durante la tappa Genova-Torino.
Pinerolo è entrata nella storia del ciclismo con una tappa del Giro che ha segnato un’epoca. Una tappa su cui si sono scritti romanzi ed innumerevoli articoli con un protagonista solo, Fausto Coppi. Si tratta della Cuneo-Pinerolo del 1949 quando il campionissimo percorse in fuga solitaria 192 km, valicando 5 colli con discese mozzafiato e impervi sterrati. Un’impresa epica che lasciò il mondo del ciclismo stupefatto e che regalò un nuovo entusiasmo all’Italia dopo le macerie della seconda guerra mondiale.
Il Tour de France 2024
Ma il grande ciclismo da queste parti non appartiene solo all’epica di questo sport. Infatti, il 2 Luglio 2024 da qui parte la quarta tappa della corsa più importante al mondo, il Tour de France. Per la prima volta nella sua lunga e prestigiosa storia, la Grand Boucle infatti parte dall’Italia, da Firenze. Pinerolo invece rappresenta l’ultima fatica prima che la corsa entri in Francia nella tappa Pinerolo-Valloire. Dopo una lunga salita verso Sestriere, dove lo stesso Campionissimo trionfò nel 1952, la carovana sconfina in Francia transitando per il Monginevro, scala il passo del Lautaret e infine affronta i 2.642 metri del Galibier, la prima occasione per i favoriti di mettersi alla prova in alta montagna. La frazione si chiude a Valloire dopo 138 km.
Chi desidera assistere all’evento può rivolgersi all’Ufficio del Turismo di Pinerolo, Via del Duomo 1, 10064 Pinerolo (TO) +39 0121795589
mail – [email protected]
FB – @ufficioturisticopinerolo
Festival Alpibike
L’1 e il 2 giugno 2024 si terrà a Luserna S. Giovanni la seconda edizione del Festival Alpibike, il primo evento in Piemonte dedicato al cicloturismo d’alta quota, dedicato a chi ama l’Outdoor e le due ruote in montagna. Un’area espositiva, presentazioni di ospiti e progetti per la valorizzazione del territorio alpino piemontese, escursioni organizzate per Gravel, MTB ed ebike, workshop. E per rifocillarsi a fine giornata, non manca una ricca offerta di specialità locali da gustare in perfetto stile cicloturistico: brindando in compagnia con un’ottima birra fresca.
B Free cicloturismo inclusivo
Il Pinerolese è, come detto, un territorio di bici per tutti. Ecco come: l’associazione B Free, in collaborazione con il Comune di Pinerolo, promuove tour in bicicletta studiati per garantire percorribilità e accessibilità a tutte le persone con disabilità motorie. In questo modo si aumenta la fruibilità del territorio a tutte le persone che utilizzano mezzi di mobilità alternativi come l’handbike, l’uniciclo, il ruotino elettronico e le carrozzine.