Da sempre i corsi d’acqua hanno unito terre e genti, che da loro hanno tratto aiuto e giovamento.
Il Maira è un torrente che nasce nel cuneese e, percorsa tutta la valle a cui ha dato il nome, tenace come le sue genti, si immette nel Po già in provincia di Torino, per poi, insieme, sfociare nell’Adriatico.
Pedalando lungo le sue rive, ci conduce alla scoperta dei luoghi più belli e significativi della storia del Piemonte. Ma ci accompagna anche attraverso aree dichiarate Riserve Naturali e Parchi Regionali.
Partiamo da Casa Bart, a Villar San Costanzo, per pedalare un giro ad anello di 250 km, con un dislivello complessivo di 1180 m. Si pedala tranquillamente in gravel o con una MTB/e-MTB front e non presenta alcuna difficoltà tecnica. Visti i numerosi punti di interesse storico e naturalistico dove vale la pena fermarsi per una visita, è un giro che, come lo scorrere lento dell’acqua, va organizzato idealmente in 5 tappe.
Il Sentiero del Maira
Il Maira, percorsa tutta la valle, arriva in pianura per bagnare i comuni di Dronero, Villar San Costanzo, Busca, Villafalletto, Vottignasco, Savigliano, fino a Racconigi e a Lombriasco, dove, già in provincia di Torino, confluisce nel Po.
Il Sentiero sul Maira si percorre sia a piedi che in bici, passando da una sponda all’altra, e regala scorci che ricordano il Grande Nord. In realtà siamo in Piemonte, in provincia di Cuneo.
Lo sviluppo complessivo del Sentiero è di poco più di 50 km, è facile e adatto a tutti, anche a famiglie con bambini dai 10 anni in su, magari ritagliato per loro su un’estensione più breve.
Da Casa Bart ci spostiamo nella medievale Dronero. Qui vale l’attraversamento del Ponte del Diavolo (risalente al 1428), in cambio del quale la leggenda narra che il Diavolo si sia dovuto accontentare dell’anima di un cane. Su un terreno misto, tra stradine di campagna bianche e asfaltate, e attraversando un ponte tibetano sospeso a 20 metri sul torrente Maira, ci dirigiamo verso Busca, in direzione Villafalletto.
Qui inizia un tratto molto bello e divertente che, alternando strade bianche a facili single track, ci porta a Savigliano. Avete mai pedalato in un Bosco delle Fiabe? Conosciuto anche come Foresta di Vottingam (nel comune di Vottignasco), pedalerete accompagnati da Pinocchio, Biancaneve e Re Artù, provando, se vorrete, ad estrarre Excalibur dalla roccia!
Giunti a Savigliano, famosa per la «scuola saviglianese», una delle migliori espressioni del Barocco in Piemonte, attraversiamo nuovamente il Maira per continuare fino a Racconigi.
Il Castello di Racconigi è stata l’ultima residenza abitata dai Savoia prima dell’esilio. Il suo parco conserva piante secolari che si rifanno alle origini della Pianura Padana. Consigliamo di prendersi un paio d’ore per visitarli entrambi.
Da Racconigi, il Maira continua il suo lento fluire verso la Provincia di Torino e noi lo seguiamo per raccontare un’altra storia.
Dal cuneese al torinese
Su strade secondarie di campagna arriviamo a Lombriasco e qui, dove il Maira si immette nel Po, seguiamo il fiume fino in Piazza Vittorio, nel centro di Torino.
Di Torino non possiamo non venire attratti dalle sue molteplici anime: regale, misteriosa, dinamica. Qui ci aspettano il Parco del Valentino con il Castello omonimo, Patrimonio dell’UNESCO; i murazzi, simbolo della Torino by night, che conducono a Piazza Vittorio; la Chiesa della Gran Madre di Dio, ispirata al Pantheon di Roma. Per gli amanti dell’esoterismo, una delle statue ai lati della scalinata avrebbe in mano il Santo Graal, inducendo a pensare che la reliquia si trovi proprio a Torino.
Prima di arrivare in Piazza Castello, pedaliamo sul lungo Po dove ci aspetta un pezzo della storia del ciclismo italiano: il Motovelodromo “Fausto Coppi”. Risalente agli anni ’20, su questa pista si conclusero alcune tappe del Giro d’Italia e della Milano-Torino.
Gli antichi bastioni di cinta che difendevano la città ci introducono ai Giardini Reali e a Palazzo Reale, la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte; alle sue spalle le Porte Palatine, il Duomo e la Torre Civica. Sbuchiamo così in Piazza Castello, al cospetto di Palazzo Madama, primo Senato del Regno d’Italia. E infine Piazza Carignano dove sorge l’omonimo Palazzo, oggi Museo del Risorgimento, che ospitò la sede del Parlamento Subalpino e del primo Parlamento del Regno d’Italia. Fa parte del sito seriale UNESCO Residenze Sabaude.
Nel ritorno, tramite le piste ciclabili che attraversano la città, ci dirigiamo verso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, immersa nel suo Parco Naturale, un tempo tenuta di caccia del Re, e pedaliamo verso Pinerolo attraverso strade di campagna e ciclabili.
Dal Regno al Marchesato
Attraversiamo il centro medievale di Pinerolo, ben servito da piste ciclabili, e prendiamo la direzione Miradolo (con il suo Castello), San Secondo, Bricherasio.
A Bricherasio imbocchiamo una ex ferrovia trasformata in una pista ciclabile suggestiva e piena di sorprese, anche per i più golosi!
A Barge, termine corsa del treno, lasciamo la greenway e imbocchiamo la ciclovia “Via della Pietra” che, attraversando le campagne del saluzzese, ci condurrà nella cittadina di Saluzzo. Percorrere quest’ultimo tratto consente anche una deviazione di un paio di Km per andare a visitare l’Abbazia di Staffarda, uno dei monasteri medievali più affascinanti e importanti del Piemonte, fondata tra il 1122 e il 1138.
Giunti a Saluzzo, vale la pena affrontare uno strappo duro ma breve per salire al borgo vecchio, di origine medievale. Qui si erge la Castiglia, oggi museo ma originariamente residenza dei Marchesi di Saluzzo e successivamente, da metà ‘800 fino al 1992, carcere. Anche qui vale una visita alle vecchie carceri, Museo della Memoria Carceraria.
Lasciata Saluzzo, continuiamo sempre su ciclabili per “guadagnarci” l’ultima bellezza con una breve, ma intensa salita: il Castello della Manta, oggi bene del FAI.
Lasciato il catello si continua su ciclabile fino a Verzuolo, dove percorreremo le strade tra i frutteti in direzione Costigliole Saluzzo, Busca, Villar San Costanzo.
Presto che è tardi: a Casa Bart ci aspetta una lauta merenda!