Non sorprende quanto emerso dalla prima edizione del report “Italia in Bici: scenari, protagonisti e indotto” realizzato da Repower e Università IULM: le potenzialità dell’economia della bicicletta e del cicloturismo sono molteplici e benefiche per molti territori. Il report analizza tutti gli aspetti della ricaduta della bikeconomy, oltre a delineare le caratteristiche dei ciclisti e cicloturisti, dei territori e degli stakeholder coinvolti nel processo di sviluppo turistico di un territorio a vocazione ciclistica.
Potenziale del Cicloturismo, i fatti
- Utilizzare una bicicletta significa migliorare la propria salute, ridurre il rischio di incidenti stradali e, economicamente, consentire un risparmio di 110 miliardi di € in ambito sanitario a livello UE.
- Scegliere le due ruote consente di ridurre l’inquinamento, ambientale e acustico, e la congestione stradale. In numeri, si può quantificare il risparmio di carburante in 3 miliardi di litri (il che significa una riduzione di emissioni di CO2 di 16 milioni di tonnellate/anno).
- Passare dall’automobile alla bicicletta favorisce l’economia locale, i negozi, gli esercizi commerciali e il settore immobiliare.
- Il cicloturismo favorisce la rigenerazione urbana e, ovviamente, il rilancio delle economie locali.
Il cicloturismo
Il cicloturismo già prima del COVID produceva in Europa un impatto economico stimato in 44 Miliardi di euro, (superiore al comparto delle crociere), oggi muove oltre 50 miliardi di euro, di cui quasi un decimo (4,6 miliardi secondo l’analisi Banca Ifis) in Italia.
Ne consegue una ricaduta importante in termini di marketing territoriale, che può favorire lo sviluppo di aree meno note e frequentate. Se infatti, come stima FIAB, ogni euro investito in ciclovie ne restituisce 3,5 al territorio, e a progetto ultimato ogni chilometro di percorso genera un indotto annuo sulla zona attraversata di 110.000 euro, una rete strutturata e ben diffusa di ciclovie potrebbe portare, sempre secondo FIAB, 2 miliardi di euro annui nelle casse italiane.
Per queste ragioni sarà fondamentale analizzare e sfruttare le opportunità che il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza (PNRR) potrà offrire con il finanziamento già assegnato di 943 milioni di euro. L’utilizzo ponderato delle risorse consentirebbe infatti di valorizzare i territori e di sviluppare forme di turismo lento ed esperienziale, diventando un’opportunità di rilancio per diverse economie territoriali.
Ma cosa fanno i cicloturisti, oltre a pedalare? L’83% dei cicloturisti è interessato ad esplorare il territorio in cui soggiorna per scoprire il lato culturale del viaggio, attraverso visite a musei e mostre, ma anche attraverso l’esperienza della cultura enogastronomica locale.
Il desiderio di esperienze mostrato dai viaggiatori motiva gli operatori turistici a creare nuove offerte complete che includano pedalate, visite a monumenti e musei oltre a degustazioni, visite ad aziende agricole e cantine vinicole.
L’impatto delle e-bike
Il fenomeno della e-bike, con il suo +44% di vendite in Europa nel 2020 in confronto all’anno precedente dà ulteriore impulso ad un mercato di settore che fa registrare cifre da sogno, a dispetto delle sfide rappresentate dalle difficoltà della supply chain. L’altra faccia di questa medaglia è rappresentata dall’esigenza delle aziende di tornare a controllare più da vicino la filiera produttiva, e quindi l’inizio di un processo di rientro di competenze dal Far East all’Europa (o all’Italia, come nel recente caso di Bianchi), riportando nel vecchio continente ulteriore valore e lavoro.
Ma questa crescita continuerà? Si potrebbe prevedere di sì, basandosi sulle conclusioni dell’analisi di Hannes Neupert, presidente di ExtraEnergy, un’organizzazione attiva nel monitoraggio dell’industria e-bike. Neupert fa riferimento alla Cina e all’epidemia di Sars del 2002: si registrò infatti una crescita nelle vendite di e-bike da 1,6 a 6,7 milioni in tre anni, arrivata a 40 milioni di unità vendute nel 2019. È ipotizzabile che la situazione si replichi nell’Europa post-COVID, anche se in misura minore. Questo cosa significa in termini di turismo?
La diffusione delle e-bike ha evidentemente influenzato la crescita del cicloturismo; infatti, se prima in molti non si sentivano pronti ad affrontare un itinerario completo o ritenuto difficile, oggi grazie all’e-bike il bacino di utenza si sta allargando anche a turisti meno preparati da un punto di vista atletico.
Le ciclovie come opportunità turistica
Esempio di come tutti questi fattori correlati siano un beneficio per il turismo in bicicletta solo le ciclovie. Le ciclovie non sono solo le piste ciclabili, ma tutti i percorsi adatti e agevoli per i ciclisti, in grado di garantire un certo livello di sicurezza.
Una ciclovia di successo deve soddisfare i bisogni degli utenti che ne usufruiranno. I bisogni ovviamente possono essere eterogenei, ma si possono accogliere in tre macro-aree: interesse del percorso; sicurezza; fruibilità.
I percorsi quindi devono essere piacevoli e variegati, con attrattive in grado di suscitare l’interesse di chi pedala. Una buona ciclovia dovrebbe regalare ai fruitori un’esperienza al di là della pedalata, includendo nel percorso attrattive ambientali, culturali o artistiche.
Le ciclovie devono essere sicure, con sedi stradali e infrastrutture sottoposte a costante manutenzione, pulite e bene segnalate.
Infine, le ciclovie devono essere fruibili – ad esempio prevedere parcheggi sicuri per le bici, avere punti di assistenza e ben collegate con altri mezzi di trasporto. Inoltre, non bisogna dimenticare che i turisti hanno bisogno di punti di sosta e di ristoro.
Se tutte queste condizioni sono soddisfatte, il territorio può beneficiare di un potenziale turistico molto alto.
Per approfondire gli scenari del turismo in bicicletta, scarica il report.
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